“ULTIMO E RAOUL BOVA SONO DUE PERSONE SPECIALI” LA MIA INTERVISTA SUL SETTIMANALE “TUTTO”

Hendrerit nibh praesent litora faucibus pulvinar elit sem nostra conubia ultricies scelerisque. Cubilia auctor maecenas ac mi turpis libero quam.

Commodo proin suscipit diam nascetur ante per auctor sapien maecenas mi consequat. Taciti torquent facilisis habitasse dignissim scelerisque libero eget. Cubilia nullam litora tincidunt erat ridiculus.

“I DON’T DREAM AT NIGHT, I DREAM AT DAY, I DREAM ALL DAY; I’M DREAMING FOR A LIVING.” - Steven Spielberg

Riporto di seguito la mia intervista rilasciata al settimanale Tutto in occasione della presentazione del Dvd  “Capitano Ultimo le ali del falco” tenutasi lo scorso 9 Marzo 2015 presso la Feltrinelli di Via Appia a Roma con Raoul Bova e Padre Rovo, volontario dell’associazione Capitano Ultimo Onlus.

cover tutto intervista ambrogio crespi raoul bova

Presentata in anteprima al Taormina Film Festival 2014 e ora distribuita su tutto il territorio nazionale, la pellicola “Capitano Ultimo, le ali del Falco” è ambientata all’interno della casa famiglia voluta da Sergio De Caprio, il colonnello dei carabinieri che nel 1993 arrestò Totò Riina, divenendo così il simbolo della lotta alla mafia. Abbiamo incontrato il regista Ambrogio Crespi durante il lancio ufficiale del dvd alla Feltrinelli di via Appia Nuova a Roma. Ad accoglierlo, insieme a Padre Rovo (dell’Associazione Volontari Capitano Ultimo) e all’attore Raoul Bova, una folla di persone desiderose di conoscere meglio quel Capitano Ultimo che in tanti hanno amato grazie alla fiction tv, e del quale il film racconta non tanto l’aspetto di eroe dell’antimafia, quanto il suo impegno a favore degli altri “ultimi”.

Crespi, com’è nata l’idea di un docufilm su “Ultimo”?

Volevo realizzare uno speciale video sul Capitano Ultimo. Poi, entrando nella casa famiglia, mi sono reso conto che c’era molto da raccontare, ma soprattutto da vedere. Il Capitano nella Tenuta Mistica mi ha fatto scattare un’energia straordinaria. Da li è iniziato il cammino che ha portato alla realizzazione del docufilm.

Papa Francesco in visita a Tor Bella Monaca (il quartiere dove si trova la Casa Famiglia di Ultimo) ha detto che «i mafiosi sfruttano i poveri per fare il lavoro sporco». Come fa un ragazzo che cresce in una realtà degradata ad affrancarsi da un futuro già segnato?

Condivido pienamente le parole di Papa Francesco. I quartieri, in particolare quelli di periferia, tante volte sono abbandonati a se stessi. I giovani, talvolta, non hanno via di uscita. Questi ragazzi hanno bisogno di una guida, vanno presi per mano, va insegnato loro un cammino opposto a quello che gli viene prospettato. Hanno bisogno di un’alternativa. Certo, il lavoro è importante: la possibilità di cercarlo, la speranza di trovarlo, è il primo punto. Ma bisogna anche investire nell’istruzione: è dalla scuola che inizia la battaglia, e l’arte, la cultura e la comunicazione sono le armi più potenti per cambiare le mentalità e sconfiggere tutte le mafie. Capitano Ultimo e Raoul Bova sono un esempio, perché per costruire una casa famiglia in un quartiere come Tor Bella Monaca bisogna avere forza, coraggio e speranza, ed io sono orgoglioso di essermi affiancato al loro cammino.

Non sempre il carcere riesce a rieducare e recuperare i giovani. Quanto sono importanti l’esempio e l’impegno di Ultimo?

L’esempio e l’impegno di Sergio De Caprio, sia come carabiniere che come uomo, sono assolutamente fondamentali. Lui è un simbolo dell’antimafia, della legalità, un modello da imitare e da ammirare. Ciò che fa attraverso l’”Associazione Volontari Capitano Ultimo” è assolutamente indispensabile. Sapere che esiste una casa famiglia che ti accoglie, ti assiste, ti insegna un mestiere e ti prende per mano facendoti rientrare nella società, quando sei un giovane apparentemente senza vie di uscita, è un grande segnale di speranza, di vita, che tutti dovrebbero avere. In carcere purtroppo quasi nessuno viene rieducato, anzi, le condizioni detentive in Italia non permettono né recupero né rieducazione.

ambrogio crespi intervista raoul bova ultimo

Cosa simboleggiano i falchi e le aquile che Ultimo insegna ai ragazzi ad allevare?

La falconeria è uno dei punti principali della casa famiglia. Falchi e aquile danno forza e libertà. Soprattutto insegnano la disciplina, l’amore, la condivisione e il rispetto. Sono rimasto molto colpito da alcuni ragazzi non vedenti, che attraverso un falco riescono a provare sensazioni di libertà. Il falco diventa i loro occhi, tra di loro nasce un rapporto spirituale e magico. Indissolubile.

Ci racconta l’incontro con Raoul Bova?

Ho conosciuto Raoul in quest’occasione e ho provato subito una profonda stima nei suoi confronti. È raro incontrare un artista del suo livello disposto a dedicare spazio e tempo, a titolo assolutamente gratuito, alla realizzazione di un progetto come questo. I suoi racconti mi hanno colpito: quando parla del suo rapporto con il Capitano Ultimo, si percepisce che la loro è un’unione che va “oltre”. Per me sono due uomini tanto diversi, quanto allo stesso tempo simili. Le loro anime si rispecchiano. Sono due grandi uomini.

È vero che dal docufilm “Le ali del falco” verrà realizzata una fiction per la tv?

Si. Raoul ha annunciato questa sua decisione proprio durante la presentazione del DVD a La Feltrinelli. Sarà una fiction che ripercorrerà tutta la storia di Sergio De Caprio, da quando all’Accademia decise di farsi chiamare Ultimo. Abbiamo così pochi esempi positivi che francamente credo sia importante che di Ultimo si continui a parlare e a mostrare il suo esempio. Questa per Raul è diventata ormai una “missione”.

Quali sono i suoi prossimi progetti? La vedremo ancora impegnato nella regia?

Di progetti ne ho parecchi. Vorrei raccontare tante storie capaci di lasciare una traccia nella memoria. Alcune stanno iniziando, altre sono idee o progetti, ma non ne parlo per scaramanzia.

Di Laura Saltari

PER ACQUISTARE IL DVD ONLINE CLICCA QUA

ambrogio crespi intervista tutto capitano ultimo