“Enzo Tortora, una ferita italiana”, è questo il nome di uno dei documentari che parteciperanno quest’anno al RIFF, Festival del cinema indipendente di Roma, che ha selezionato il lavoro diretto da Ambrogio Crespi e prodotto dal Gruppo Datamedia tra una lunga serie di proposte. Non stupisce tuttavia che una rassegna cinematografica lo abbia scelto per inserirlo nella sua lista. Il film del regista milanese è infatti un concentrato di emozioni. In soli sessanta minuti riesce a raccontare una storia ingarbugliata come quella di Enzo Tortora, senza tralasciare nessuno degli aspetti che la caratterizzano. Nella narrazione sono presenti: il conduttore tv, così come l’europarlamentare e il detenuto ma soprattutto c’è l’uomo, quell’uomo che ha subito una delle ingiustizie maggiori che l’Italia potesse compiere nei confronti di un innocente.
Il documentario è ricco di immagini significative e di interviste a persone che con il volto di ‘Portobello’ hanno avuto a che fare per la vicenda giudiziaria e non solo. Particolare suggestione genera poi la lettura delle lettere inedite che Tortora ha scritto alla compagna Francesca Scopelliti mentre era in carcere. Ognuna delle parole contenute fra quelle righe è un sussulto per la coscienza di chi guarda. E una domanda sorge spontanea: “Com’è stato possibile?”. A fare da contorno e da accompagnamento al mix di sensazioni che questo docufilm non può non suscitare in chi lo vede, è la musica, inserita tra le scene in perfetto equilibrio con i temi trattati e l’enfasi di ogni fotogramma. Un lavoro magistrale, è così che potremmo definire l’impegno del regista Ambrogio Crespi, che è riuscito raccontare una storia vera senza imporre allo spettatore la sua visione ma accompagnandolo nell’interpretazione più giusta.
L’appuntamento per chi volesse vedere il film è fissato per giovedì 20 marzo alNuovo Cinema Aquila, sala 1, ore 19,10. All’evento di presentazione parteciperà anche il regista.
Fonte ThinkNews