STEFANO CUCCHI, LA RABBIA SU TWITTER. MA INORRIDIRE PER UN GIORNO NON BASTA

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“I DON’T DREAM AT NIGHT, I DREAM AT DAY, I DREAM ALL DAY; I’M DREAMING FOR A LIVING.” - Steven Spielberg

Di Rossana Spartà – Che persone meravigliose riusciamo ad essere. Capaci di gridare tutto il nostro orrore per una sentenza che riconosciamo sbagliata. Una sentenza che riconsegna la vittima ai suoi carnefici per l’ultima manganellata. Il popolo di Twitter si ribella e grida alla malagiustizia. Ci violentiamo gli occhi postando le immagini di Stefano Cucchi, sbattendoci in faccia l’un l’altro quella verità che nessuno ha voluto o saputo riconoscere e condannare. Forse non perché il ragazzo non sia stato ammazzato ma semplicemente perché non si è capito da chi, da quanti e come e quando. Nessun assolto perché il fatto non sussiste: tutti assolti per insufficienza di prove.

Ilaria CucchiNel dubbio, sempre meglio colpevoli fuori che innocenti in galera. Oggi è l’inveire contro uno Stato che alza il manganello, uno Stato che non conosce giustizia. Ma questo Stato purtroppo molto spesso regala alle cronache realtà disumane vissute da detenuti ignoti in galere ancora meno note. Quei detenuti che nessuno riesce a far diventare famosi. Quei detenuti per cui qualcuno si batte a volte deriso, altre volte ignorato. Rari i nostri tweet che parlano di giustizia giusta. Ancor più rari i rtw per galere e galeotti.

Oggi manifestiamo tutto il nostro sdegno che domani mattina sarà prontamente svanito, perché le storie dei detenuti in galera sporcano la nostra immacolata time line intrisa di caroselli, frasi, aforismi e cuoricini. Oggi abbiamo mandato Cucchi in tendenza e ne siamo fieri, ma domani lasceremo marcire in galera chissà quanti altri Stefano. Come siamo bravi. Come riusciamo bene nell’ipocrisia.

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