“SPES CONTRA SPEM, LIBERI DENTRO” NON SOSTIENE LA CAUSA DI TOTO’ RIINA

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“I DON’T DREAM AT NIGHT, I DREAM AT DAY, I DREAM ALL DAY; I’M DREAMING FOR A LIVING.” - Steven Spielberg

Come regista del docufilm “Spes Contra Spem, liberi dentro” non reputo accettabile che si usi il film e gli uomini protagonisti di questo film per giustificare e sostenere la causa di Totò Riina.
Vi spiego il perché:
Ho realizzato quel film guidato da una frase di Sergio D’Elia “l’uomo non è il reato che compie”.
Gli uomini che si sono espressi con coraggio nel film sono uomini che hanno commesso reati terrificanti, centinaia di omicidi per mafia, prevaricazioni, hanno seminato dolore e sofferenza nella loro terra e tra la loro gente.

Il film dimostra appunto che l’uomo non è il reato che compie, il loro percorso di cambiamento, di presa di coscienza passa attraverso una formale e marcata distanza dalla mafia.
Il nemico non è il carcere, non è l’uomo, il nemico è sempre e comunque la mafia.
Quindi io reputo da uomo, da cittadino e da regista che la sentenza della Cassazione sia una sentenza di civiltà, che rappresenta un principio giusto, ma quella sentenza demanda appunto in uno Stato di diritto al Tribunale di Sorveglianza di Bologna la valutazione sul destino di Riina.

Credo che chi non ha manifestato discontinuità, distanza da una vita criminale e tanto devastante per la vita degli altri non abbia il diritto di essere associato a questo film. 

Ho ascoltato le lettere di scuse, di presa di distanza dalla mafia dei protagonisti del mio film, lette e recitate nelle città dove hanno commesso i loro reati; questo è un atto che dice cose molto chiare rispetto alla mafia.
Non vorrei mai che il ritorno a casa di Totò Riina rappresentasse l’occasione di processioni e baciamano, perché un gesto di clemenza e civiltà non può essere usato dalla mafia per riprendere fiato.

La mafia deve essere lasciata senza fiato, non può avere spazio.

Il nemico è la mafia.

Totò Riina non ha mai preso le distanza da quel mondo, anzi in 24 anni ha continuato a minacciare ed esercitare il suo ruolo da capo.

Il diritto di questo Stato è che le sentenze non si commentano. 

Prego tutti di non utilizzare il film per questa vicenda, perché il film è un simbolo contro la mafia.
Dopodiché so che tutti non sarete d’accordo, ma questo è il mio pensiero.