ROMACAPITALE NEWS: TRIBUNALE DREYFUS, DIACONALE PROIETTERA’ IL DOCUFILM SU TORTORA DI AMBROGIO CRESPI

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Lunedì, 17 novembre alle ore 15.30 nella sala del Tempio di Adriano della Camera di Commercio di Roma in Piazza di Pietra, si rinnova l’appuntamento con il Tribunale Dreyfus, la Onlus presieduta da Arturo Diaconale che difende i cittadini dagli effetti devastanti della “giustizia ingiusta”.

Per l’appuntamento Diaconale ha scelto di proiettare il docufilm “Enzo Tortora, una ferita italiana” di Ambrogio Crespi, che racconta la vicenda giudiziaria e di malagiustizia che ha investito il noto presentatore di “Portobello” .

Quale il tema della giornata?

L’emissione delle sentenze sul caso Marò e sul caso Storace, perché dopo aver fatto le prime udienze si arriva appunto alla sentenza. Successivamente ci sarà un’udienza dedicata alla gogna mediatica, ascoltando una serie di giornalisti e testimoni che parleranno del rapporto tra giustizia e media.

Quali gli ospiti all’udienza relativa alla gogna mediatica?

Interverranno il direttore de “Il Garantista” Piero Sansonetti, quello del “Il Tempo” Giammarco Chiocci, Massimo Bordin di Radio R adicale, il commentatore di “Libero” Davide Giacalone, il giornalista de “Il Fatto” Marco Lillo, il Senatore Enrico Buemi, il giornalista e conduttore televisivo Luca Telese e infine il magistrato Stefano Amore.

Quali i casi specifici di questa seconda parte?

I casi singoli saranno quelli di cui i testimoni ci parleranno. Di vittime della gogna mediatica ne abbiamo l’imbarazzo delle scelta.

Perché proiettare il docufilm “Enzo Tortora, una ferita italiana” di Ambrogio Crespi a margine dell’udienza?

Perché il caso Tortora è il caso più emblematico di gogna mediatica che si è verificato nel nostro paese. Noi ci chiamiamo Tribunale Dreyfus che prende il nome dal caso di giustizia negata e di giustizia ingiusta più clamoroso della fine dell’Ottocento. Il caso Tortora è il caso più clamoroso di giustizia ingiusta e di gogna mediatica del Novecento. Il fatto che ci sia un documentario, come quello di Crespi, che racconta questa storia è molto significativo.

A 31 anni dall’arresto perché il caso Tortora è ancora attuale?

Il caso è ancora attuale perché da quel momento in poi non c’è stata alcuna correzione di un sistema giudiziario che consente la verifica di vicende di questo genere. Ci sono stati altri episodi dopo quello del caso Tortora. Tantissime sono le vicende di malagiustizia e nel frattempo non c‘è stata nessuna riforma del sistema della giustizia che abbia creato le condizioni per evitare la ripetizione di nuovi casi Tortora.

Si parla di malagiustizia ma l’Italia cosa sta facendo per questo?

Siamo al punto ancora di partenza perché tutte le riforme della giustizia che sono state promesse non sono state mantenute. Quella che viene abbozzata adesso è una mini riforma della giustizia che non serve allo scopo perché non tocca minimamente i nodi principali che sono il rapporto corretto tra pubblico ministero e media, la separazione delle carriere e via di seguito. Questa riforma abbozzata dal ministro Orlando è una riforma minimale e deficitaria.
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