Di Andrea Fagioli per Avvenire – Ma di cosa si parla quando si parla di “Terra dei fuochi”? Molti lo sanno. Tutti forse no. E allora è giusto sapere che si parla di camorra, di suolo inquinato fino a provocare la morte. «Non bisogna abbassare la guardia: è necessario vigilare, perché la Terra dei fuochi non è solo la Campania. Ci sono Terre dei fuochi in tutta Italia».
Questo è quello che sostengono Ambrogio Crespi e Sergio Rubino ideatori e autori del docufilm Malaterra , andato in onda mercoledì in seconda serata su Rete 4, con l’introduzione, la conduzione e le musiche di Gigi D’Alessio, che ribalta in positivo la vicenda: «Abbiamo deciso di fare un viaggio filmato in quella parte di Campania per mostrare a tutti che non esiste solo la camorra, il crimine organizzato, ma che c’è anche una larghissima parte di popolazione che vuole combattere quell’orrore.
La terra dove si nasce è melodia, per questo soffriamo quando la nostra terra soffre». È una dichiarazione d’amore quella del cantautore napoletano, anche se «la Terra dei fuochi avvelena le nostre anime». Ma grazie alle «denunce dei preti – racconta don Maurizio Patriciello – sono venute a galla vergogne autentiche del vivere civile».
Spazio poi alle mamme che hanno perso i figli a causa di una rara forma di leucemia e al giornalista napoletano Sandro Ruotolo che parla di dieci milioni di tonnellate di rifiuti interrati o “abbruciati” nelle province di Napoli e Caserta mettendo a rischio la vita di due milioni e mezzo di abitanti di 57 comuni (33 nella provincia di Napoli e 24 nella provincia di Caserta), che popolano poco più di mille chilometri quadrati. Ma se questa è la Terra dei fuochi così come la raccontano le inchieste dei magistrati e dei giornali, c’è chi non si arrende e non si rassegna allo sversamento di rifiuti industriali, tossici e nucleari.
C’è un’altra terra, pulita e sicura, quella su cui indaga appunto il documentario di Crespi e Rubino con un bel ritmo e buon montaggio. Per la cronaca, alla stessa ora su Canale 5, a Matrix , si parlava di Chiesa e di omosessuali con il supporto, per la terza sera, delle interviste a monsignor Krzysztof Charamsa e all’ex sacerdote Mario Bonfanti. Così facendo Mediaset ha almeno rispettato l’ordine crescente dei canali: Charamsa e Bonfanti domenica erano su Italia 1, martedì su Rete 4 e mercoledì su Canale 5.