LA TERRA DEI FUOCHI CHE CERCA DI RINASCERE

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“I DON’T DREAM AT NIGHT, I DREAM AT DAY, I DREAM ALL DAY; I’M DREAMING FOR A LIVING.” - Steven Spielberg

Di Andrea Fagioli per Avvenire – Ma di cosa si parla quando si parla di “Terra dei fuochi”? Molti lo sanno. Tutti forse no. E allora è giusto sapere che si parla di camorra, di suolo inquinato fino a provocare la morte. «Non bisogna abbassare la guardia: è necessario vigilare, perché la Terra dei fuochi non è solo la Campania. Ci sono Terre dei fuochi in tutta Italia».

Questo è quello che sostengono Ambrogio Crespi e Sergio Rubino ideatori e autori del docufilm Malaterra , andato in onda mercoledì in seconda serata su Rete 4, con l’introduzione, la conduzione e le musiche di Gigi D’Alessio, che ribalta in positivo la vicenda: «Abbiamo deciso di fare un viaggio filmato in quella parte di Campania per mostrare a tutti che non esiste solo la camorra, il crimine organizzato, ma che c’è anche una larghissima parte di popolazione che vuole combattere quell’orrore.

avvenire terra dei fuochi crespiLa terra dove si nasce è melodia, per questo soffriamo quando la nostra terra soffre». È una dichiarazione d’amore quella del cantautore napoletano, anche se «la Terra dei fuochi avvelena le nostre anime». Ma grazie alle «denunce dei preti – racconta don Maurizio Patriciello – sono venute a galla vergogne autentiche del vivere civile».

Spazio poi alle mamme che hanno perso i figli a causa di una rara forma di leucemia e al giornalista napoletano Sandro Ruotolo che parla di dieci milioni di tonnellate di rifiuti interrati o “abbruciati” nelle province di Napoli e Caserta mettendo a rischio la vita di due milioni e mezzo di abitanti di 57 comuni (33 nella provincia di Napoli e 24 nella provincia di Caserta), che popolano poco più di mille chilometri quadrati. Ma se questa è la Terra dei fuochi così come la raccontano le inchieste dei magistrati e dei giornali, c’è chi non si arrende e non si rassegna allo sversamento di rifiuti industriali, tossici e nucleari.

C’è un’altra terra, pulita e sicura, quella su cui indaga appunto il documentario di Crespi e Rubino con un bel ritmo e buon montaggio. Per la cronaca, alla stessa ora su Canale 5, a Matrix , si parlava di Chiesa e di omosessuali con il supporto, per la terza sera, delle interviste a monsignor Krzysztof Charamsa e all’ex sacerdote Mario Bonfanti. Così facendo Mediaset ha almeno rispettato l’ordine crescente dei canali: Charamsa e Bonfanti domenica erano su Italia 1, martedì su Rete 4 e mercoledì su Canale 5.

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