ITALIA24NEWS: ENZO TORTORA DI AMBROGIO CRESPI: AL RIFF IL RACCONTO DI UNA FERITA DA SANARE

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“I DON’T DREAM AT NIGHT, I DREAM AT DAY, I DREAM ALL DAY; I’M DREAMING FOR A LIVING.” - Steven Spielberg

Il racconto di uno dei più gravi errori che la giustizia italiana abbia mai commesso, di uno spietato accanimento mediatico, di uomo che suo malgrado diventa emblema della sofferenza di molte, troppe vittime di casi tragicamente uguali: sono sessanta minuti che catturano e lasciano il segno quelli del docufilm “Enzo Tortora, una ferita italiana” di Ambrogio Crespi in gara al 13° Rome Independent Film Festival nella sezione Documentari, prodotto dal Gruppo Datamedia. Sessanta minuti che tengono senza fiato, commuovono, indignano, a trent’anni da una delle vicende più buie della storia del nostro paese. Il docufilm di Ambrogio Crespi ha il merito di mettere chiaramente in risalto tutta l’assurdità della vicenda Tortora, dalle accuse di “pentiti” poco credibili ascoltate dai magistrati alle pene di chi vive mesi di prigione da innocente. L’aspetto prettamente personale del caso Tortora viene fuori con forza, ma non è mai raccontato in modo esplicito: si legge tra le righe, nella commozione della compagna, Francesca Scopelliti, che legge le sue lettere dal carcere, o nel tono della voce dello stesso Tortora, intervistato da giovani ragazzi. La pellicola affronta il tema della responsabilità dei giudici, del carcere preventivo, la questione dell’accanimento mediatico con sentenze che si leggono prima sui quotidiani che in tribunale, il purtroppo ancora attuale e irrisolto problema del sovraffollamento dei penitenziari. E lo fa con un ritmo serrato, con uno stile innovativo che rinuncia alla voce narrante per lasciare spazio solo alle testimonianze dei protagonisti della storia, il tutto su una colonna sonora d’effetto che non abbandona mai il racconto. Insomma, il docufilm di Crespi colpisce. Si esce dalla sala più consapevoli di quanto la malagiustizia ferisca migliaia di persone ogni giorno e di quanto poco se ne parli. E quest’ultimo punto, in particolare, è uno dei più importanti per lo stesso regista, secondo quanto ha affermato lui stesso alla fine della proiezione del film al RIFF presso il Cinema L’Aquila il 20 marzo: “E’ importante che si discuta di questi temi, che le nuove generazioni che non hanno vissuto gli anni del caso Tortora sappiano e non dimentichino”, ha detto Crespi. “Enzo Tortora – ha aggiunto – è l’emblema del dolore di migliaia di persone vittime di malagiustizia ancora oggi”. Non a caso il film “Enzo Tortora, una ferita italiana” viene proiettato nelle scuole, presso le istituzioni, lo scorso novembre anche alla Camera dei Deputati e pochi giorni fa nella sede dell’Unione Europea Bruxelles, proprio nella sala dove Tortora ha votato da parlamentare europeo e condotto le sue battaglie con il Partito Radicale.

Fonte Italia24News

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