INTERVISTA A FABRIZIO FERRARI (RIFF): PERCHE’ HO SCELTO IL DOCUFILM DI AMBROGIO CRESPI

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“I DON’T DREAM AT NIGHT, I DREAM AT DAY, I DREAM ALL DAY; I’M DREAMING FOR A LIVING.” - Steven Spielberg

Fabrizio Ferrari, direttore artistico del Riff Festival, intervistato da Italia-24News parla di “Enzo Tortora, una ferita italiana”  in concorso al festival che si svolge al Cinema Aquila di Roma. Ecco il testo dell’intervista integrale.

Fabrizio Ferrari (Riff): “Perché ho scelto il docufilm di Ambrogio Crespi”

Il docufilm “Enzo Tortora, una ferita italiana“, del regista Ambrogio Crespi, è stato selezionato come finalista del Riff, il Rome Independent Film Festival, nella sezione “National Documentary Competition”.

La XIII Edizione del Festival del cinema indipendente della Capitale, che si terrà dal 16 al 23 marzo al Cinema Aquila, assegna così un nuovo importante riconoscimento al lavoro di Crespi che racconta, a 25 anni dalla morte, l’incredibile disavventura giudiziaria di Enzo Tortora, passato alla storia come l’emblema della malagiustizia.

Prodotto dal Gruppo Datamedia, “Enzo Tortora, una ferita italiana” è stato respinto dal Festival del cinema di Roma e questa esclusione, paradossalmente, ne ha poi decretato il successo.

Dopo il no di Muller, infatti, il docufilm è stato proiettato alla Camera dei deputati, grazie a una mozione bipartisan firmata da 50 parlamentari e da lì ha spiccato il volo con una serie di proiezioni che lo hanno portato all’Ara Pacis, alla Exeter University (Inghilterra), in Sicilia (per 4 tappe), al Consiglio provinciale di Napoli, al Comune di Milano, all’Università Bocconi e al Parlamento Europeo di Bruxelles.

Per avere un commento sul docufilm di Ambrogio Crespi, la redazione di Italia-24news ha intervistato il direttore artistico del Rome Independent Film Festival, Fabrizio Ferrari.

riffPerché il Riff ha scelto “Enzo Tortora, una ferita italiana”?

Il Rome Independent Film Festival è nato 13 anni fa e da allora è sempre stato molto attento ai temi del sociale, dell’ambiente e della giustizia. Abbiamo scelto il docufilm di Crespi perché rivitalizza la memoria di una tragica vicenda di ordinaria ingiustizia, dopo circa 30 anni, portata avanti con la connivenza dei media, che ha segnato la storia di un uomo e di un Paese.

Insieme al documentario su Tortora, abbiamo selezionato anche altri progetti “impegnati” come Happy Goodyear, di Laura Pesino ed Elena Ganelli, diretto da Francesco Menghini, che racconta i retroscena della multinazionale dei pneumatici ‘Good Year’ a Cisterna di Latina; Romagna Nostra, le mafie sbarcano in riviera, di Francesco Ceccoli che descrive un viaggio nella riviera romagnola, dove le organizzazioni criminali in ‘giacca a cravatta’ si sono radicate e hanno diffuso il proprio business; o ancora La piccola guerrigliera, di Giancarlo Bocchi, che racconta le vicende dei Karen, una delle più importanti minoranze etniche della Birmania; Un altro mondo, di Thomas Torelli, che ricerca invece la misteriosa relazione fra uomo e cosmo, riscoprendo connessioni universali ben note alle tradizioni antiche.

Il docufilm di Ambrogio Crespi è stato escluso dal Festival del Cinema di Roma. Secondo lei perché? 

Non posso entrare nel merito delle decisione del Festival del Cinema di Roma dico solo che noi, a differenza di altri, siamo liberi e pertanto possiamo presentare quello che vogliamo.

Secondo lei, a 30 anni dall’arresto e a 25 dalla morte, il caso Tortora è ancora un tabù per il nostro paese?

“Enzo Tortora, una ferita italiana” è un film-denuncia, ovvero proprio quello che vuole il Riff. Non so se è un tabù ma i Festival servono proprio a questo, ovvero ad abbattere i muri.

Il Riff partirà il 16 marzo, quali sono le novità di questa edizione?

Anche quest’anno presentiamo un programma molto interessante e promuoveremo nell’ambito della sezione dei documentari, incontri fra istituzioni, filmaker, giornalisti e membri di associazioni legate ai temi delle opere presentate. Alla proiezione dei documentari selezionati seguirà, nel corso di tutto il Festival, un breve dibattito fra i registi intervenuti ed il pubblico in sala.

Quest’anno alcuni lavori saranno trasmessi in streaming? Mirate a raggiungere un pubblico più vasto?

Si, in questa XIII Edizione circa 5/6 film saranno presentati in streaming, uno a sera. Su MyMovie avremo poi anche una sezione con altri film ma con lo streaming a pagamento. I nostri finalisti sono, per la maggior parte, anteprime per cui non siamo interessanti a mostrarli al grande pubblico, magari in futuro arriveranno al cinema!

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