Riporto di seguito questo articolo, su un tema di estrema delicatezza e rilevanza, di Paola Marano, redattrice del giornale online Agorà24 diretto da Giuliana Tambaro – Dove le istituzioni non sono ancora arrivate, a mettere una toppa è lo smartphone. O meglio whatsapp. E’ il caso dei genitori di bambini autistici in Campania: in attesa che le Asl predispongano un piano operativo in materia dopo l’approvazione della legge regionale dello scorso Settembre, le famiglie si sono auto- organizzate condividendo via chat tutte le informazioni utili per affrontare col maggiore sostegno possibile il percorso di terapie dei propri figli.
“Autismo sostegno e unione” è il nome della rete di circa 100 persone, che si estende a livello nazionale, nata grazie a Salvatore Longobardi, padre di Asia, una bambina di 8 anni alla quale a 18 mesi è stato diagnosticato il disturbo dello spettro autistico.
In regione per accedere alle terapie nei centri convenzionati possono trascorrere anche 2 anni.
Salvatore e sua moglie, per la presa in carico di Asia in una struttura specializzata, si sono trovati di fronte a una lista d’attesa lunga quasi un anno. In mancanza di alternative valide, ai genitori non resta che rivolgersi a specialisti che operano nel settore privato e scambiarsi, tramite chat e social network appositamente dedicati su scala nazionali, i contatti dei professionisti raggruppati in un gruppo whatsapp che altro non è che una short list da cui attingere per l’erogazione delle prestazioni.