IL TEMPO: I SEGRETI DEI DETENUTI NEL NUOVO DOCUFILM DI AMBROGIO CRESPI

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“I DON’T DREAM AT NIGHT, I DREAM AT DAY, I DREAM ALL DAY; I’M DREAMING FOR A LIVING.” - Steven Spielberg

Le riprese saranno effettuate all’interno del carcere di Opera dove dove oggi comincerà il sesto congresso di “Nessuno tocchi Caino”
“Spes contra spem”. “Essere speranza” invece di limitarsi ad “averla”. Miracoli della comunicazione in latino, mille volte più sintetica e significante di quella di ogni altra lingua oggi parlata nel mondo.Così, all’insegna di uno dei più noti tormentoni pannelliani sui diritti civili, si aprirà oggi nel carcere «quasi modello» di Opera il sesto congresso di “Nessuno tocchi Caino”, la stella della galassia radicale passata alla storia anni orsono allorché l’Onu adottò, su suo tenace input, la moratoria delle esecuzioni della pena di morte nel mondo.

Questa volta i temi del congresso sono focalizzati sulla morte per pena. Più che sulla pena di morte. E quindi sulle assurde condizioni di vita, anzi disumane, delle carceri italiane. Con un occhio di riguardo al problema dell’ergastolo, specie quello cosiddetto «ostativo», e alla sua eventuale abolizione.

E proprio per mostrare agli italiani come si vive da ergastolani in un carcere considerato modello come quello di Opera, rara avis in Italia, anche il regista Ambrogio Crespi, presente al congresso di «Nessuno tocchi Caino», inizierà le riprese in loco di un nuovo docufilm.

Un’opera che vedrà le interviste non solo dei reclusi ergastolani, ostativi e non, ma anche quelle di chi nel carcere ci lavora. Come gli agenti di custodia e il direttore. Nonché i vari operatori esterni che prendono in cura la rieducazione di queste persone che hanno fatto tragici errori ma che oggi sono speranza («spes») per rieducare gli altri detenuti e ammonire i giovani a non seguire le loro orme («contra spem»).

L’iniziativa ha un valore particolarmente emotivo per lo stesso regista che ritorna per la prima volta a Opera a distanza di circa tre anni da quando vi fu ingiustamente recluso per otto mesi in attesa di giudizio. Li conobbe quello stesso direttore che adesso intervisterà per il docufilm sulla morte per pena. di Dimitri Buffa per Il Tempo 

 

il_tempo_film_carcere_18_12_2015

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