IL TEMPO: “GOZI: MULLER DA’ RISPOSTE INADEGUATE E SUPERFICIALI”

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Anche oggi si parla del docufilm “Enzo Tortora, una ferita italiana”. Sul Tempo un articolo dettagliato con gli ultimi sviluppi. Ve lo riporto qui di seguito.

Gozi: Muller dà risposte inadeguate e superficiali

«L’ultima ruota del carro» di Giovanni Veronesi «è un film che potrà andare all’estero e che rimanda alla grande commedia italiana che tanto ha affermato il made in Italy nel mondo». Lo ha detto il direttore artistico del Festival Internazionale del Film di Roma, Marco Müller durante la conferenza che ha paerto ieri l’ottava edizione della kermesse capitrolina. In merito all’annunciata partecipazione di Joaquin Phoenix, Müller non ha dubbi: «Certo che ci sarà».

Il direttore ha poi confermato la sua scelta di aver escluso dal festival, nella sezione Prospettive doc, il documentario «Tortora – Una ferita italiana» di Ambrogio Crespi: «Il film su Tortora? Intanto dura 50 minuti e quindi non è in un formato previsto dal festival e comunque non voglio sentir parlare di censura, anche perché non dice nulla di nuovo». Intanto, il film sarà proiettato alla Camera, martedì 12 novembre e, nella serata dello stesso giorno, andranno in onda alcuni spezzoni su Matrix.

Ambrogio Crespi, regista del documentario su Tortora al centro delle polemiche in questi giorni per l’esclusione dal festival di Roma, ha subito replicato alle giustificazioni date ieri da Müller: «Il documentario dura 60 minuti e non 50 e, naturalmente, non ha la pretesa di portare delle novità, ma solo di evitare che qualcuno dimentichi il martirio cui fu sottoposto Tortora. L’occasione è quella del trentennale del suo arresto e dei 25 anni dalla sua morte: è la storia di un galantuomo, vittima della malagiustizia, è un documentario di passione civile, con alcuni inediti. Se a Müller non interessa, pazienza. Avremo comunque modo di farlo conoscere, con buona pace del direttore artistico del festival di Roma».

Insorge anche il deputato del Pd, Sandro Gozi, che risponde a Müller, dicendo che «se a 30 anni dall’arresto e a 25 dalla morte dell’emblema della malagiustizia non è cambiato nulla, allora forse non bisognerebbe smettere di raccontare la sua storia, anche nei festival del cinema. E mi chiedo come Müller, alla guida di un’istituzione culturale tanto prestigiosa, come quella del festival romano, possa dare risposte così inadeguate e superficiali».

Il sindaco di Roma, Ignazio Marino ha, infine, «affidato all’assessore Flavia Barca la valutazione finale. Se l’assessore alla Cultura, dopo aver visionato il film su Tortora dirà che è appropriato, io pensavo all’Ara Pacis come luogo più idoneo per una proiezione perchè attrezzato come sala cinematografica. Questo in modo che possa essere un avvenimento in un luogo simbolico e bello della nostra città».

Fonte: Il Tempo

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