IL TEMPO, CRESPI: “ULTIMO E BOVA UOMINI CORAGGIOSI E UNITI DALLA SOLIDARIETA’”

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“I DON’T DREAM AT NIGHT, I DREAM AT DAY, I DREAM ALL DAY; I’M DREAMING FOR A LIVING.” - Steven Spielberg

Oggi su Il Tempo c’è un articolo a firma della giornalista Dina D’Isa che parla del mio docufilm “Capitano Ultimo, Le Ali del Falco”, presentato ieri nella giornata di apertura del Taormina Film Festival.

Dopo “Il Caso Tortora” Ambrogio Crespi ha presentato ieri nel giorno di apertura del 60° Festival di Taormina, il documentario “Capitano Ultimo – Le ali del falco”, per raccontare due personalità a confronto: quella del colonnello Sergio De Caprio, che arrestò Totò Riina nel 1993 e che oggi si dedica a reintegrare ragazzi “difficili”, e quella dell’attore che da anni gli presta la faccia in tv, diventando poi suo amico, Raoul Bova.

“Nel documentario sentiamo tutte e due il dovere di fare qualcosa per le persone che non hanno forza, coraggio. Le nostre idee, come dice Ultimo, volano molto alto – ha detto Bova che ha ieri tenuto a Taormina una masterclass – Lui mi raccontò di fronte a un tavolo di legno, il tavolo degli ultimi, quello che era e ho capito l’importanza di chi avevo di fronte. L’importanza dell’uomo che dovevo rappresentare, di questo uomo che non si poteva far vedere perché aveva ricevuto grosse minacce dalla mafia”. Mentre, nel film il colonnello dei Carabinieri in persona, Sergio De Caprio, rigorosamente preso sempre di spalle e con tanto di cappuccio, ha detto che si è voluto chiamare “Ultimo”, “quando tutti ho capito volevano essere primi e volevano vincere per fare carriera. Ma a me di queste cose non me ne frega niente, come a molti carabinieri: il nostro onore e la nostra gloria maggiore è lavorare per la gente povera. E nel momento in cui lo facciamo solo per aver in cambio qualcosa siamo dei traditori, la lotta è del popolo e deve rimanere al popolo”.

falco

Nel documentario il colonnello racconta anche la comunità che porta il suo nome, “Capitano Ultimo”, in uno dei quartieri più degradati di Roma, Tor Bella Monaca, dove, nella tenuta Mistica, si allevano falchi per responsabilizzare gli ospiti. È un luogo di riabilitazione sociale anche per giovani ragazzi detenuti mandati agli arresti domiciliari in prova dai tribunali di sorveglianza. E il falco diventa il simbolo della libertà e della giustizia, uccello al quale si è affezionato il Colonnello Ultimo, in momenti difficili, quando ancora Capitano fu ingiustamente accusato dopo l’arresto di Riina: la fiction racconta, infatti, che su di lui venne aperta un’azione disciplinare, in quanto accusato di non avere mantenuto il giusto temperamento durante l’operazione a causa della mancata perquisizione nel covo del boss dopo il suo arresto.

Per il regista Ambrogio Crespi, “Ultimo e Raoul Bova hanno due personalità diverse ma molto simili. Entrambi danno coraggio e forza e hanno intrapreso un cammino spirituale che ha come primo obiettivo l’aiuto dei bisognosi. Anche se uno fa l’attore e l’altro l’ufficiale dei Carabinieri, ma combattono la stessa battaglia, con determinazione e semplicità. Bova è stato generoso nel lasciarsi riprendere per una video intervista all’interno del mio documentario e non mi ha chiesto niente in cambio, nemmeno un soldo; anzi, ha pure trovato tempo nonostante stesse girando il film “Fratelli unici” con Argentero. Proprio in quella intervista mi ha colpito la sua spiritualità, perché pur essendo un divo sa gestire bene il proprio ego grazie ad un percorso spirituale. Ultimo è invece più deciso e severo nel comunicare, ma anche lui ha scelto una strada spirituale che ho avuto modo di testimoniare in prima persona a “Mistica” la casa romana di Tor Bella Monaca, dove Ultimo recupera ragazzi usciti dal carcere, figli di mafiosi e insegna loro un mestiere onesto. È un uomo molto affascinante ed entrando nella comunità che porta il nome di Capitano Ultimo, si respira aria di libertà, la stessa delle ali dei falchi, delle aquile e dei rapaci che vengono allevati sul posto per insegnare ai giovani ospiti delle casa famiglia sia il mestiere del falconiere sia a rapportarsi con la libertà di questi animali per poi cercare la propria. Anch’io ormai faccio parte di quella famiglia e tutti i ricavi dei diritti del mio film li devolverò alla tenuta ‘Mistica’”

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