IL TEMPO: CASO TORTORA, MULLER LO HA BOCCIATO. CRESPI LO VUOLE ALL’ARA PACIS

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“I DON’T DREAM AT NIGHT, I DREAM AT DAY, I DREAM ALL DAY; I’M DREAMING FOR A LIVING.” - Steven Spielberg

Il quotidiano Il Tempo  ha pubblicato oggi un nuovo articolo sul docufilm “Enzo Tortora, una ferita italiana” in cui riporta i ringraziamenti di mio fratello Luigi per quanti hanno contribuito al successo del lavoro e ricorda la prossima proiezione all’Ara Pacis di Roma. Di seguito l’articolo integrale:

«Ringrazio quanti si sono spesi per Ambrogio e per il suo docufilm», “Enzo Tortora, una ferita italiana” – Così scrive in una nota Luigi Crespi, fratello di Ambrogio Crespi regista del docufilm su Enzo Tortora, sul suo blog – E ringrazio anche Müller, a cui ricordiamo che tutti possono sbagliare e mi auguro che, senza smentire se stesso, voglia partecipare alla proiezione pubblica indetta dal sindaco Marino e dall’assessore Flavia Barca. Perché sarebbe un atto di riconciliazione doveroso che questa opera merita e la prova che i temi che è riuscita a sollevare hanno ragione di essere. Non solo per ricordare Tortora, ma per far sì che il suo impegno politico e la sua battaglia non fosse dimenticata perché è ancora di grande attualità. Quindi è importante che le emozioni, le lacrime, che questo film produce diventino azione politica, capacità di cambiamento, reazione civile. È chiaro – conclude Luigi Crespi sul suo blog – l’obiettivo di Ambrogio era quello di smuovere le coscienze e sollevare una questione, né contro i giudici, né a loro favore; per una giustizia giusta e contro l’ingiustizia; né con Berlusconi, né contro Berlusconi».

Dice la sua anche un altro escluso dal Festival di Roma.

«Ho letto sui quotidiani la notizia della prossima proiezione all’Ara Pacis di Roma (alla presenza del sindaco Marino e dell’assessore alla Cultura) del documentario di Ambrogio Crespi sul caso Tortora, “per non dimenticare” un caso eclatante e drammatico di malagiustizia. Allora – afferma in una nota Stefano Mencherini, giornalista indipendente e regista Rai – mi sono ricordato di aver scritto alcuni giorni fa al sindaco di Roma, chiedendo ospitalità anche per il mio nuovo film inchiesta “Schiavi”, come detto e scritto nelle settimane scorse, vittima di un voltafaccia del direttore artistico del Festival di Roma Marco Müller e della Fondazione Cinema per Roma perché prima ospitato con promessa scritta di proiezione speciale con tanto di contorno di eventi collaterali sui drammatici temi dell’immigrazione, e poi ignorato. Per questo, proprio al sindaco Marino rivolgo ora pubblicamente il mio appello, dato che non ho ancora ricevuto da lui una risposta per vie ordinarie. Ci sono temi più scomodi di quelli già considerati come tali? Ci sono pressioni politiche che raggiungono velocemente il proprio obiettivo e invece appelli di semplici cittadini che non hanno neppure diritto ad una risposta? Mi auguro, conoscendo l’apprezzamento del sindaco per l’informazione e la denuncia sociale, che non sia così. E ricordando che “Schiavi”, le cui denunce riguardano gli sperperi di denari pubblici nell’Emergenza Nord Africa e le nuove forme di schiavitù in tema di immigrazione, è patrocinato dal ministro per l’Integrazione e coprodotto da Flai Cgil e Less onlus, attendo un suo segnale».

Fonte Il Tempo 

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