IL MINISTRO ORLANDO A STRASBURGO NON TROVERÀ UN TAPPETO ROSSO: 6500 CASI ITALIANI IN ATTESA DI ESSERE ESAMINATI

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Di Dimitri Buffa – Il ministro di Grazia e Giustizia Andrea Orlando domani sarà a Strasburgo per tentare l’ultima mediazione con la Corte europea dei diritti dell’uomo sul caso delle carceri italiane. Gli consigliamo vivamente di vedersi (prima di andare a conferire con i magistrati della Cedu) il docufilm “Enzo Tortora, una ferita italiana” del regista Ambrogio Crespi prodotto dal gruppo Datamedia. E’ facile ci siamo anche permessi di mandargliene una copia in dvd appena si insediò come ministro. Ma da come si sta comportando sulle carceri evidentemente non deve averla vista altrimenti la sua coscienza forse si sarebbe ribellata.

Sia come sia, le agenzie oggi, a partire dall’Ansa delle 11 e 29, riportano di una freddissima accoglienza che lo aspetta. Non di certo un tappeto rosso. E difficilmente potrà ottenere un ulteriore rinvio alle condanne che aspettano il nostro paese.

Che per il momento sono almeno sei mila e 829. Come ribadito dalla stessa Corte in una gelida nota che è stata diramata oggi come “benvenuto” per questa disperata visita di stato.

Il ministro Orlando farebbe bene a dire al premier Renzi che su questa storia delle carceri e del trattamento disumano dei detenuti il governo ci si gioca la faccia. E che alle prossime politiche si rischia anche di pagare un prezzo molto grande. Lo stesso che economicamente pagheranno i contribuenti per risarcire come minimo quasi 7 mila detenuti a botte di 30 mila euro ciascuno di media. Sempre che le sentenze Cedu non siano del tipo “esemplare”, cioè di quelle che per queste torture subite in carcere dai detenuti potrebbero liquidare anche 100 mila euro l’una.

Sappiamo che in questi giorni Orlando ha fatto qualcosa di buono, ad esempio siglando un accordo con il presidente della regione Campania Stefano Caldoro per il recupero dei detenuti, a partire dai tossicodipendenti. Potenziando strutture e istituzioni come il lavoro esterno.

Quindi avrebbe anche il diritto di premere su Renzi perché vengano date risposte politiche e tecniche efficaci sulle carceri. Magari sentendo anche le ragioni dei radicali che in Italia sono i veri esperti politici del settore.

Anche perché in materia di giustizia i problemi di certo non mancano, vedi da ultimo l’incredibile situazione che si è determinata a Milano con la guerra tra il procuratore capo e il suo aggiunto finita davanti al Csm.

Perché dalla Cedu ieri è arrivato, tramite comunicato all’Ansa, un vero e proprio ultimatum: “la Corte europea dei diritti umani ha ricevuto 6829 ricorsi contro il sovraffollamento carcerario in Italia. Questi ricorsi denunciano situazioni uguali o simili a quelle per cui l’Italia è stata condannata dalla Corte nella sentenza Torreggiani. I giudici di Strasburgo hanno stabilito che il governo ha tempo fino al 27 maggio per introdurre misure per rimediare alle violazioni subite dai carcerati a causa del sovraffollamento.”

Insomma è stato come dirgli: “benvenuto a Strasburgo e nella realtà, aria di rinvii di favore qua non ne tira”.

Fonte: Data24News

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