IL GIORNALE: DA JOHANSSON A PHOENIX LE STAR RILANCIANO ROMA

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“I DON’T DREAM AT NIGHT, I DREAM AT DAY, I DREAM ALL DAY; I’M DREAMING FOR A LIVING.” - Steven Spielberg

Una schiera di attori e registi sbarca nella Capitale per una rassegna in equilibrio tra festa pop e club per cinefili. Tre italiani in concorso

Si srotola il tappeto rosso all’Auditorium per l’ottava edizione del Festival Internazionale di Roma, quest’anno con un programma equilibrato e un cartellone più ricco, che aspira a essere competitivo rispetto alle proposte fiacche della Mostra di Venezia (che però ha azzeccato Gravity, uno dei film dell’anno).

Da oggi al 17, oltre a tutti i registi della Selezione Ufficiale (1500 film visionati dal direttore artistico Marco Müller), nella Capitale sfileranno star come Scarlett Johansson e Joaquin Phoenix, mentre film americani, europei e asiatici illumineranno la scena artistica attuale. Tra la festa pop di veltroniana memoria e il festival cinefilo della prima, contestata edizione mülleriana, ecco una rassegna che potrebbe trovare la quadra, a dispetto della crisi.

Le polemiche
Non si spegne l’eco della bagarre bipartisan sollevata dal rifiuto di Tortora, una ferita italiana, documentario di Ambrogio Crespi sul processo al conduttore televisivo, durato dal 1983 al 1987. Di fatto, ricorrono 30 anni dallo scoppio della vicenda giudiziaria, che mise Tortora sul banco degli imputati per associazione a delinquere di stampo camorrista, per poi essere assolto da ogni accusa, finalmente libero dopo 200 giorni di carcere preventivo per presunti legami con gli ambienti della criminalità organizzata. Un caso esemplare di malagiustizia, negletto dalla kermesse nonostante il coinvolgimento della Camera, invitata dai deputati del PD e dalle proteste del Pdl e dei radicali a intervenire per accogliere Crespi. I selezionatori del Festival sostengono che il docufilm è stato escluso non per la sua qualità estetica e neanche per il tema scottante, bensì per il formato tipo Report, da trasmissione televisiva, inadatto al grande schermo. Il docufilm potrebbe ora essere trasmesso sulle reti tv, in particolare dalla Rai. Nel film sono intervistati Vittorio Feltri, il primo cronista a schierarsi nettamente a favore di Tortora, e garantisti di provata fede come Corrado Carnevale, ex presidente della prima sezione penale in Cassazione, e l’avvocato radicale Mauro Mellini.

Star&co
Se l’anno scorso fu annunciata la presenza di Tarantino, che diede forfait tra l’imbufalimento generale, stavolta i bei nomi dello star system globale sono assicurati. E c’è una piccola rivoluzione, che elimina la madrina unica, roba da anni Cinquanta, per mandare sul palco due donne-immagine: apre Sabrina Ferilli, «Mamma Roma» per antonomasia, e chiude Anna Foglietta, solida attrice di nicchia. Occhi puntati sulle bellezze di Hollywood: Jennifer Lawrence, la «ragazza di fuoco» che è pronta a incendiare Roma, come Scarlett Johansson, tra le più seducenti del pianeta e in odore di Oscar per la voce (doppia un computer in Her), Zoe Saldana e Jennifer Garner. Ma i veri eroi del tappeto rosso portano i pantaloni: il tenebroso Joaquin Phoenix dalle labbra sconce; Matthew McConaughay, che ha perso trenta chili per girare Dallas Buyers Club con l’ambiguo Jared Leto dei Thirty Seconds to Mars, pure lui in passerella con Christian Bale, Jonathan Rhys-Meyers e il giovane Douglas Booth di Romeo e Giulietta. Offriranno conversazioni sul palco i registi Jonathan Demme, Wes Anderson, Roman Coppola, Spike Jonze, John Hurt, Alex de la Iglesia e Checco Zalone, icona del cinema nazionale.

Film&trend
18 i titoli in concorso, con tripletta di titoli italiani in lizza per il Marc’Aurelio: I corpi estranei di Mirko Locatelli, Take five di Guido Lombardi e Tir di Alberto Fasulo, tra rapine milionarie e adolescenza irrequieta, inscenano la crisi. Fuori concorso, parla di carcere e malasanità Come il vento, di Marco Simon Puccioni e Out of theFurnace (in concorso) di Scott Cooper. Il venditore dimedicine di Antonio Morabito e Dallas Buyers Club di Jean-Marc Vallée, basato sull’approvvigionamento clandestino di pasticche anti-Aids nei Settanta, inclinano invece sul versante farmacologico. Il trend del trans(ito) è poi presente in Fuoristrada, docufilm con un meccanico in salsa lui/lei e in Tir, dove si guida e si ama. «L’ultima ruota del carro» di Giovanni Veronesi aprirà i giochi e il poliziesco Sou Duk del cinese Benny Chan li chiuderà. C’è inoltre aspettativa per gli americani Her, Out of the Furnace e Another Me e per l’anteprima mondiale dell’ultimo Takashi Miike, Mogura No Uta. E se Hunger Games 2 eccita il pubblico junior, il kolossal Stalingrad 3D di Bondarchuk e The Green Inferno di Eli Roth vanno bene a tutti. E i più piccoli? Contano su Alice nella città, che parte subito bene con Belle&Sebastien: le avventure dell’occhio possono ricominciare.

FontE Il Giornale

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