IL “CASO FEDEZ” E I FLOP DI GRILLO SUL WEB

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“I DON’T DREAM AT NIGHT, I DREAM AT DAY, I DREAM ALL DAY; I’M DREAMING FOR A LIVING.” - Steven Spielberg

Su Beppe Grillo ognuno può pensarla come vuole, ma non è possibile negare il fatto che sia riuscito a costruire un movimento politico capace di attrarre il voto di milioni di elettori. E che lo abbia fatto, almeno all’inizio, soprattutto grazie alle rete. Proprio questo suo status, riconosciuto, di “guru digitale” – che l’ex comico genovese condivide con l’amico Gianroberto Casaleggio – rende inspiegabili le ultime, disastrose, mosse di Grillo nel campo della comunicazione online.
Prendiamo il “caso Fedez”, per esempio. Il popolare rapper milanese, entrato nelle case di tutti gli italiani grazie a “X Factor”, è stato l’autore di uno spot in musica che aveva l’obiettivo di pubblicizzare la kermesse aniti-euro organizzata durante lo scorso weekend dal Movimento 5 stelle. Con un riff di chitarra orecchiabile, il buon Federico Leonardo Lucia – in arte Fedez – se la prende con il Presidente della Repubblica, con i partiti in Parlamento e con gli elettori anestetizzati da vent’anni di televisione berlusconiana. Ma suo non è solo un manifesto ideologico che, condivisibile o meno, Fedez ha naturalmente la libertà di realizzare. Il succo del discorso, infatti, arriva alla fine, quando il rapper invita i suoi fan a donare soldi per l’organizzazione dell’evento grillino.

Di fronte all’ambiguità di uno spot al confine tra il politico e il commerciale, hanno fatto bene i due deputati del Pd (Federico Gelli ed Ernesto Magorno) che hanno pubblicamente chiesto un intervento di Sky – che manda in onda “X Factor” – sulla vicenda. Possiamo solo immaginare cosa sarebbe potuto accadere, infatti, se Fedez fosse stato l’autore di uno spot per il Partito democratico o per Forza Italia. La caccia alle streghe sarebbe stata immediata e sanguinosa. E la tv di Murdoch avrebbe allontanato il rapper come persona non grata. In questo caso, invece, Sky si è fatta notare soprattutto per il suo silenzio.

Ma il punto centrale della vicenda non è questo. Il nodo della questione è rappresentato dalla perdita di “smalto digitale” di Grillo. Nato per diventare il traino virale della manifestazione, infatti, lo spot di Fedez è stato un mezzo flop su YouTube. Poco più di 200mila visualizzazioni sul canale ufficiale di Grillo sono davvero poche, rispetto ai consueti standard del rapper, che abitualmente viaggia sui 15-20 milioni di visualizzazioni (e che ha un record che supera i 37 milioni). A contribuire all’infelice riuscita dell’iniziativa, poi, è stata anche l’incomprensibile decisione di ospitare la raccolta di fonti su una pagina web dall’indirizzo impossibile da memorizzare. Se messo insieme al numero non esaltante di partecipanti alla manifestazione del Circo Massimo (e alle contestazioni che hanno bersagliato Grillo a Genova), questo mezzo flop segnala una tendenza preoccupante per il Movimento, che non sembra più in grado di utilizzare la rete in modo efficiente ed innovativo come ha fatto in passato.

L’obiettivo era raccogliere soldi e mobilitare un grande numero di persone? Grillo, visti i risultati, invece di affidare le proprie sorti virali a Fedez avrebbe dovuto scegliere un personaggio più consono al suo stile comico. Ma forse Frank Matano era impegnato.

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