HUFFINGTON POST: “GENERALE MORI. UN’ITALIA A TESTA ALTA”. DOPO SPES CONTRA SPEM UNA NUOVA PROVA DOC DI AMBROGIO CRESPI

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“I DON’T DREAM AT NIGHT, I DREAM AT DAY, I DREAM ALL DAY; I’M DREAMING FOR A LIVING.” - Steven Spielberg

Riporto di seguito un editoriale pubblicato su Huffington Post: All’inizio fu Michael Moore nel 2004, che approdò addirittura all’Oscar con il documentario Fahrenheit 9/11. Il documentario è diventato progressivamente all’interno di regole narrative molto precise, non solo un espressione artistica ma anche una delle modalità più fresche ed innovative per promuovere battaglie sociali, politiche e culturali. Come ad esempio è stato il caso del film “Una scomoda verità” di Al Gore.

 In Italia addirittura, il documentario è approdato agli Oscar con “Fuocoammare” di Gianfranco Rosi vincitore dell’orso di Berlino.

In questo quadro, in Italia, uno dei registi più interessanti è sicuramente Ambrogio Crespi.

Un’artista che viene dal mondo della pubblicità e che negli ultimi anni ha inforcato una serie di documentari di grande successo, tra gli altri i più noti sono stati “Enzo Tortora, una ferita italiana” e a seguire il film celebrato al Festival di Venezia “Spes Contra Spem, liberi dentro”. Un film difficilissimo che ha messo in evidenza le qualità narrative e cinematografiche del giovane regista.

A Roma, nella sala Capranichetta di Piazza Montecitorio è stato presentato il terzo film della sua trilogia sulla giustizia: “Generale Mori. Un’Italia a testa alta”.

Un “docufilm” sul Generale Mario Mori che esce in un momento interessante e particolare della sua vita.

Al netto della vicenda giudiziaria dove saranno i tribunali a dire e a sancire un giudizio. 70 minuti che ripercorrono la storia degli ultimo cinquanta anni del nostro paese vista dagli occhi di un 18enne.

Riuscire a far parlare un personaggio come Mori non deve essere stata cosa facile per il regista che è stato supportato dall’autore del film, il Colonnello Giuseppe De Donno, anche lui protagonista diretto di quegli anni e da Giovanni Negri che è stato l’interfaccia del Generale con un dialogo “Face to Face”.

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