ELOGIO, CON APPUNTO, DELLA CANCELLIERI UN MINISTRO QUASI RADICALE

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“I DON’T DREAM AT NIGHT, I DREAM AT DAY, I DREAM ALL DAY; I’M DREAMING FOR A LIVING.” - Steven Spielberg

Da oggi, e finalmente, è in vigore il decreto legge che reca con sé le “disposizioni urgenti in materia di esecuzione della pena”. Quello che volgarmente si vuole chiamare svuota carceri, ma che in realtà non svuoterà un bel niente visto che per questo scopo occorrono un’amnistia per i processi pendenti e  un indulto per le pene non gravi. Adesso il Parlamento ha due mesi di tempo per ratificare questo provvedimento fortemente voluto da Anna Maria Cancellieri, il nuovo ministro di Grazia e Giustizia, che, per essere un prefetto prestato a via Arenula, ha avuto il grande pregio di avere almeno dimostrato come deve comportarsi un uomo, anzi una donna, di governo: dire la verità senza ipocrisie e giri di parole. E senza pensare a conservarsi la poltrona. Quasi una radicale impropria prestata a questo esecutivo. E infatti con i radicali, almeno in parte, la Cancellieri va d’accordo. Quantomeno da quando ha osato l’inosabile, ossia pronunziare la parola amnistia.

Ieri però, e questo è un appunto che ci si può permettere di farle, si è fatta buggerare dal solito fuori onda. E ha offeso gli avvocati delle Camere penali di Napoli con quella frase, non ipocrita anche essa ma egualmente non opportuna, in cui diceva “adesso parlo loro per togliermeli dai piedi”. Ufficialmente aveva detto loro cose anche più ostili, rispetto a una lobby che ostacola le riforme. E si riferiva alla giustizia civile e alla reintroduzione dell’istituto della media conciliazione, tanto avversato dagli avvocati ma anche già una volta affossato dalla Corte Costituzionale.

La Cancellieri però sa dell’esistenza di ben altre lobby, quella dei giustizialisti di destra e di sinistra e quella del partito dei pm, che tenteranno in ogni maniera non solo di ostacolare le sue aperture a provvedimenti di clemenza, che pure l’Europa ormai esige perché l’Italia si rimetta in regola anche con la giustizia e le carceri e non solo con il rapporto tra deficit e pil, ma anche lo stesso cammino del decreto legge che ridisegna la Cirielli e le norme per l’applicazione della pena. Che potrebbe faticare a essere approvato entro due mesi dal Parlamento se i vari leghisti, grillini e fratellini d’Italia si metteranno di traverso, magari insieme a qualche franco tiratore dentro la maggioranza.

Eppure si tratta di misure di buon senso. Come ad esempio la messa alla prova , istituto già collaudato per i minori, o la possibilità di scontare la pena agli arresti domiciliari per reati fino a sei anni nel massimo edittale, pensata soprattutto per la legge sugli stupefacenti, per consumatori e piccoli spacciatori, ovviamente non per i trafficanti.

La Cancellieri è la persona giusta per chiudere la stagione delle finte emergenze securitarie. Oggi comincia a finire l’epoca della Bossi Fini, della Fini Giovanardi e della ex Cirielli. Da oggi un prefetto di ferro ha il coraggio di dire alla politica, quasi fosse stata eletta nel Partito radicale e non si trattasse invece di un esponente dell’ex governo Monti, che la sicurezza dei cittadini si alimenta recuperando quando possibile chi devia o delinque. Non stipando il disagio sociale in carceri discarica, lasciando a quella gente derelitta la scelta tra la recidiva e il suicidio dietro le sbarre.

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