Di Maria Paola De Stefano – È passato un mese da quando, la mattina del 27 aprile, un trillo del mio cellulare mi avvisò che avevo ricevuto un messaggio… veniva dalla mia amica Helene: “Ambrogio è libero!”.
È impensabile la reazione che un essere umano può avere alla vista di tre semplici parole: il cuore accelera, il respiro ti viene meno. L’angoscia, l’amarezza si dissolvono.
Poi il video dell’arrivo a casa di Ambrogio, perché i Crespi sono così: gente dalle emozioni “contagiose” e quegli abbracci sciolgono le lacrime di tanti sparsi in ogni angolo della penisola…
A sera il telefono squilla di nuovo… rispondo, una voce emozionata, sconosciuta, ma al tempo stesso familiare da inumidire ancora i miei occhi, le parole mi mancano. In sottofondo ascolto un meraviglioso “batuffolo” che festeggia il suo papà.
Quando la sbornia di felicità comincia a passare, non è facile tornare in pista dopo che hanno congelato, la tua vita per 200 interminabili giorni.
Il mio amico Ambrogio ce la farà, perché è una persona speciale ed ha accanto una moglie meravigliosa e un bimbo che è un vero spettacolo della natura! Poi c’è il suo fratellone Luigi, il suo caro amico Lior e tutti noi che ormai siamo legati a lui. Auguri Ambrogio, un futuro radioso ti attende!