CASO TORTORA. NOMINARE ASSESSORE ALLA LEGALITÀ PROPRIO DIEGO MARMO?

Hendrerit nibh praesent litora faucibus pulvinar elit sem nostra conubia ultricies scelerisque. Cubilia auctor maecenas ac mi turpis libero quam.

Commodo proin suscipit diam nascetur ante per auctor sapien maecenas mi consequat. Taciti torquent facilisis habitasse dignissim scelerisque libero eget. Cubilia nullam litora tincidunt erat ridiculus.

“I DON’T DREAM AT NIGHT, I DREAM AT DAY, I DREAM ALL DAY; I’M DREAMING FOR A LIVING.” - Steven Spielberg

di Michele Anzaldi – A trent’anni di distanza, il caso Tortora resta una ferita che sembra non potersi richiudere mai. Il nuovo sindaco di Pompei, Nando Uliano, ha deciso di nominare assessore alla Legalità e alla Sicurezza l’ex procuratore capo di Torre Annunziata, Diego Marmo. Si tratta del magistrato che negli anni ’80 da pubblico ministero avanzò la richiesta di condanna per Enzo Tortora e nella requisitoria arrivò addirittura a dire che Tortora, nell’ambito della candidatura propostagli dai radicali, era stato eletto con i voti della camorra.

Polemizzare ancora oggi per la gravissima ingiustizia che colpì Tortora avrebbe poco senso. È utile, però, dare un’occhiata a questo filmato per capire quali furono le parole utilizzate da Marmo nel suo intervento processuale:

Si tratta di un estratto del documentario di Ambrogio Crespi “Tortora, una ferita italiana”, proiettato alcuni mesi fa anche alla Camera dei Deputati. Nominare assessore alla Legalità, in una città simbolo del nostro Paese come Pompei, un magistrato che ha fatto parte di quel collegio contro Tortora, appare l’ennesimo schiaffo a chi crede nella giustizia.

Questa vicenda, però, può diventare un’occasione da cogliere, può essere sfruttata per raccontare ai giovani di Pompei cosa è stato il supplizio subito dal conduttore di “Portobello” e quanto siano disastrose alcune distorsioni della giustizia italiana.

Il sindaco di Pompei potrebbe valutare di organizzare una proiezione straordinaria del documentario di Crespi, per sensibilizzare i suoi cittadini e far conoscere in profondità quel caso di malagiustizia. Magari a quel punto l’ex magistrato Marmo, che oggi dichiara di non voler parlare di quella storia, potrebbe trovare il coraggio di chiedere scusa per quella richiesta di condanna abnorme, avanzata con una violenza che rimane scolpita nella mente di chi rivede a trent’anni di distanza le fasi del processo.

E così si potrebbe fare onore alla storia di Tortora, esaudendo le sue parole quando tornò in tv dopo il calvario giudiziario:

“Un’altra cosa aggiungo: io sono qui, e lo so anche, per parlare per conto di quelli che parlare non possono, e sono molti, e sono troppi; sarò qui, resterò qui, anche per loro. Ed ora cominciamo, come facevamo esattamente una volta”.

Fonte: Huffington Post

Share :