CARO PRESIDENTE, OGGI MI SENTO UN PO’ MENO ITALIANO

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“I DON’T DREAM AT NIGHT, I DREAM AT DAY, I DREAM ALL DAY; I’M DREAMING FOR A LIVING.” - Steven Spielberg

Pensate se Giorgio Napolitano avesse indicato Elio Toaff come senatore a vita. In un momento come questo sarebbe stato un segnale forte. Un elemento significante verso la comunità ebraica italiana e mondiale. E verso un uomo che ha saputo far comprendere cosa quella comunità fosse più di chiunque altro. Una persona che ha saputo poi anche metterla in relazione con il resto del mondo.

Ma evidentemente non era certo il caso.

Non avrebbe potuto svolgere la stessa funzione politica che sapranno svolgere quelli che con cura ha scelto Napolitano

Forse il passato di repubblichino ha escluso una figura come Giorgio Albertazzi, passato che uno come Napolitano non può certo perdonare.

A meno che non si fosse eventualmente trattato di Dario Fò.

Ma allora perché non il maestro Riccaro Muti? Troppo giovane?

Napolitano, ovviamente, non ha neppure ascoltato la voce dei tanti che chiedevano di nominare Marco Pannella.

Ma la “sordità” di Napolitano è coerente visto che nominare Marco Pannella sarebbe stato come confermare che l’Italia è attraversata da quella che Pannella medesimo chiama “peste Italiana”.

Come fare per nominare un personaggio scomodo come il Super Marco che denuncia da anni le istituzioni di un paese che fa della violazione del diritto e della legalità un suo motivo di esistenza?

Lo capisco, il presidente non poteva dare questo riconoscimento a Marco Pannella: non è ordinato, non è affidabile, non puoi avere la garanzia che faccia quello che serve quando serva…

Anzi c’era persino il rischio che Pannella rifiutasse sdegnosamente e in maniera clamorosa il laticlavio del capo di stato di un paese condannato in Europa ogni due giorni come un criminale per tendenza, a causa della propria non-giustizia e dello stato delle proprie galere.

Rischio che invece non si è corso con i quattro nominati, Claudio Abbado, Renzo Piano, Elena Cattaneo e Carlo Rubbia. Che hanno, al contrario, dimostrato di avere anelato, sia pure in maniera inconfessabile in pubblico, alla prestigiosa e remunerativa onorificenza.

La domanda é: chi serve a Napolitano?

Quando sarà il momento della conta i nominati vedrete che si dimostreranno coerenti e riconoscenti.

Da oggi il governo potrà contare su quattro voti in più. Voti utili per sostenere tutti i governi che il signor presidente, presidenzialista senza mandato popolare, riuscirà ad inventarsi dopo quello di Mario Monti, che infatti lui ha nominato senatore a vita.

Ora ecco quindi i nuovi quattro senatori dell’Ave Maria.

Il presidente della repubblica italiana mi ispira, con garbo e rispetto, un ritornello, uno degli ultimi lasciati da un grande uomo Giorgio Gaber. A Napolitano, quindi, dedico la sua ballata che potete riascoltare parola per parola. Perché oggi “signor presidente mi sento un po’ meno italiano, ma purtroppo o per fortuna lo sono”.

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