CAMPANIA24NEWS: MERCOLEDI’ A VILLARICCA LA PROIEZIONE DEL TORTORA DI AMBROGIO CRESPI

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“I DON’T DREAM AT NIGHT, I DREAM AT DAY, I DREAM ALL DAY; I’M DREAMING FOR A LIVING.” - Steven Spielberg

“Enzo Tortora, Una ferita Italiana” sarà proiettato anche a Villaricca il prossimo 26 marzo alle 17:00. Dopo l’ormai discussa, ma ancora priva di motivazione credibile, esclusione dal Festival del Cinema di Roma, gli applausi del Nuovo Cinema l’Aquila, in occasione del Riff, il docufilm di Ambrogio Crespi, che narra la vicenda giudiziaria del noto conduttore televisivo, e un tour che lo ha portato in giro per l’Europa, il docufilm torna dunque in Campania. In occasione della proiezione aperta al pubblico presso la Sala Teatro “Clelia D’Altrui” nella scuola G. Rodari, seguirà un dibattito con il regista, moderato dalla giornalista, Giuliana Tambaro. Una trama politicamente scomoda e un linguaggio pubblicitario abbinato alla documentaristica fanno di “Una ferita italiana” un’opera che può, senza problemi, essere definita coraggiosa. Proprio il coraggio non è mancato ad Ambrogio Crespi, che è riuscito ad intrecciare una trama raccontata esclusivamente con le parole dei protagonisti. Non c’è la voce narrante. Questo rappresenta un elemento di rottura con i tradizionali documentari a cui la filmografia ci ha abituato, e, dunque, ne denota lo stile innovativo. Una vicenda, quella di Enzo Tortora, che ha segnato in maniera indelebile la storia dell’italia. Un capitolo nero della giustizia, narrato dai diretti protagonisti, avvocati, giornalisti, personaggi del mondo della politica. Voci montate con sapienza al fine di rendere la vicenda comprensibile a tutti e rispondente in pieno alla realtà. Già, perchè ciò che il regista ha voluto rappresentare è una storia, non la sua visione di essa, e bisogna dire che è riuscito in pieno nel suo intento. E poi c’è lui, Enzo Tortora. Le sue parole, la testimonianza di una battaglia logorante che lo ha portato fino alla morte, le lettere che scriveva alla compagna dal carcere, il suo ritorno in televisione. E’ lui il centro del docufilm di Ambrogio Crespi, ed è giusto che siano suoi i passaggi più emotivamente significativi del racconto. Altro elemento che contribuisce a creare enfasi è una musica incalzante, che fa da sottofondo all’ingiustizia, alla caduta e alla rinascita dell’uomo Tortora. Nonostante lo sguardo sempre oggettivo sul caso giudiziario, non mancano alcune personalizzazioni da parte dell’autore, espedienti che contribuiscono a mantenere sempre alta l’attenzione dello spettatore. Un esempio su tutti è la lettera che un detenuto aveva inviato a Tortora, letta dallo stesso Ambrogio Crespi. Si tratta di uno dei momenti più emozionanti di tutto il film. Il docufilm di Ambrogio Crespi appassiona, emoziona e allo stesso tempo racconta una storia che chiunque abbia vissuto quegli anni farebbe bene a ricordare e che le nuove generazioni dovrebbero conoscere.

Fonte Campania24News

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