BRACCIALETTI MADE IN CARCERE, PER RISCOPRIRE IL VERO SENSO DELL’8 MARZO E DELLA FESTA DELLA DONNA

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“I DON’T DREAM AT NIGHT, I DREAM AT DAY, I DREAM ALL DAY; I’M DREAMING FOR A LIVING.” - Steven Spielberg

Di Helene Pacitto – Quest’anno in occasione della Festa della Donna non regaliamo mimose, ma braccialetti Made in Carcere. Il nuovo progetto solidale della cooperativa no profit “Officina Creativa” in occasione dell’8 marzo, infatti, ha visto donne detenute di diversi penitenziari italiani impegnate nella creazione di circa 380mila braccialetti sartoriali della linea ‘Made in Carcere’, che si possono acquistare in tutti i negozi Conad del territorio nazionale.

L’idea è sempre la stessa: ricostruirsi una vita e un futuro, è possibile anche per chi è detenuto in carcere, semplicemente recuperando dignità e coscienza attraverso il lavoro. Il senso è, ancora una volta, quello di dare a queste donne che hanno avuto un inizio difficile, un posto nel mondo, una direzione, uno scopo.

D’altra parte, lo spirito e l’intenzione di questa iniziativa è tutto nelle parole dei Luciana Delle Donne, la fondatrice della cooperativa. Quello dei braccialetti Made in Carcere commercializzati in occasione dell’8 marzo 2015 è “un progetto molto ambizioso perché il nostro desiderio è quello di far lavorare in Italia quante più carceri femminili possibili. E’ stata una bellissima esperienza perché si vede proprio quanto l’essere umano ha bisogno di lavorare e di ricostruire la propria dignità. Per me è una palestra di vita continua”.

E c’è una ragione precisa anche dietro alla scelta proprio del braccialetto, un oggetto pensato in questo caso per essere indossato sempre, ma che ha un valore in più, dal momento che può essere utilizzato in tanti modi (un po’ a simboleggiare le tante strade che ognuno di noi può trovarsi percorrere nel corso della sua vita) e che è realizzato con materiali di recupero (perché le cose belle nascono anche, e soprattutto, dalle seconde occasioni): “Oggi tutti al polso vogliono avere qualcosa di colorato. Possedere un braccialetto ‘Made in Carcere’ significa scegliere di sostenere un approccio etico, sociale e ambientale importante.

La qualità e l’eticità dei braccialetti e, più in generale, di tutti i prodotti realizzati all’interno delle sezioni femminili di alcuni istituti penitenziari è certificato dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria attraverso il marchio “Sigillo”. E il ricavato della vendita in questo caso andrà interamente alle donne detenute e all’associazione ‘D.i.re’, Donne in rete contro la violenza. Quale modo migliore per festeggiare davvero l’8 marzo?

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