ANDREA ORLANDO, IL NUOVO MINISTRO CHE VOLEVA RIFORMARE LA GIUSTIZIA GIA’ NEL 2010

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“I DON’T DREAM AT NIGHT, I DREAM AT DAY, I DREAM ALL DAY; I’M DREAMING FOR A LIVING.” - Steven Spielberg

Andrea Orlando ministro di Grazia e Giustizia è la vera sorpresa, positiva, del governo di Matteo Renzi. Perché dopo le “lunghe attese” di oggi pomeriggio al Quirinale – con il totoministri che si rincorreva da un’emittente all’altra fino agli ultimissimi minuti prima che la lista venisse comunicata – di nomi se ne erano fatti tanti.

L’ha spuntata Andrea Orlando che è un garantista: basta andarsi a rileggere le sue cinque proposte per riformare la giustizia anticipate il 9 aprile 2010 al “Foglio” di Giuliano Ferrara per farsene un’idea. All’epoca gli fu fatta fare marcia indietro. D’altronde, Orlando si dichiarava possibilista sulla separazione delle carriere, sul cambiamento dell’obbligatorietà dell’azione penale in Costituzione, sulla responsabilità civile dei magistrati per colpa grave e propugnava di “diluire” il correntismo nel Csm.

carceriFu definito “avventurista” e “intempestivo”, ma quel lungo articolo per “il Foglio” sta ancora lì, su internet e nell’archivio del giornale dell’Elefantino a testimonianza futura di come Andrea Orlando la avrebbe pensata se altri non lo avessero obbligato a fare marcia indietro.

Ora tutti si aspettano che Andrea Orlando riprenda questo discorso da dove era stato interrotto. E’ passata tanta acqua sotto i ponti e i tempi sono più che maturi per una seria riforma della giustizia che serve con urgenza al nostro paese.

Non si può dimenticare, infatti, come del resto ci ricordano sempre i Radicali, che il prossimo maggio scade il tempo concessoci dalla Cedu per regolarizzare le nostre strutture carcerarie, situazione per la quale siamo stati ripetutamente condannati in sede europea. Il dato sul numero dei detenuti in Italia parla da solo: a fronte di circa 47mila posti disponibili, il totale dei detenuti è di oltre 61 mila. Di questi più di 11mila sono ancora in attesa di giudizio. Cifre che non possono rimanere inascoltate.

Buon lavoro al Ministro Orlando, dunque, e che renda realtà quella Riforma che è sempre più un’esigenza sentita fortemente dalla maggioranza del popolo italiano.

 

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