27 GENNAIO. FERMIAMOCI TUTTI, PER RICORDARE – VIDEO

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“I DON’T DREAM AT NIGHT, I DREAM AT DAY, I DREAM ALL DAY; I’M DREAMING FOR A LIVING.” - Steven Spielberg

Di Helene Pacitto – Settant’anni fa veniva liberato il campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. Le truppe sovietiche entrarono nel Lager, spalancando le porte all’orrore che vi era celato, e ritrovando quei pochi che erano ancora vivi, anime provate da dolore, umiliazione e sofferenze che nessuno di noi può immaginare.

Scampati a una sorte che ha accomunato milioni prima di loro, morti in maniere atroci: erano ebrei; erano prigionieri di guerra; erano zingari; erano omosessuali; erano oppositori politici; erano persone, uomini, ma

“Considerate se questo è un uomo,

Che lavora nel fango,

Che non conosce pace,

Che lotta per mezzo pane,

Che muore per un sì o per un no”.

Questa era la vita ad Auschwitz, ma considerate se davvero questa si può chiamare vita.

Oggi, 300 sopravvissuti, per lo più ultranovantenni, varcano di nuovo quella soglia, per commemorare la Giornata della Memoria; sono accompagnati dai rappresentanti delle istituzioni che così vogliono aggiungere un simbolismo nuovo e un valore più profondo al ricordo di una data che è ormai un memento perpetuo.

Una visita che è tanto più significativa, perché ci ricorda che erano uomini reali quelli che hanno sofferto così; erano persone ignare e innocenti quelle che hanno portato per settant’anni da allora questo fardello. Perché la memoria è tanto più pesante nelle loro vite, per la consapevolezza che è stato un altro “uomo” a fargli questo. Solo l’uomo, nessun altro.

E forse un giorno solo non basta. Ogni giorno di ogni anno deve serbare la memoria di questo orrore, dal quale nessuno può sfuggire: ognuno di noi avrebbe potuto essere vittima o carnefice. E non possiamo esimerci dal riflettere su quello che è stato e non deve mai più essere.

Video prodotto da Mr. Blog di Ambrogio Crespi

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